La villa sulla collina by Elizabeth Hand

La villa sulla collina by Elizabeth Hand

autore:Elizabeth Hand [Hand, Elizabeth]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Hill House, Shirley Jackson, Stephen King, Casa infestata
ISBN: 9788833212258
editore: astoria
pubblicato: 2024-08-27T22:00:00+00:00


46

Non è possibile, non è possibile, pensai, e uscii barcollando dal bagno. Raccolsi il portatile e la cartelletta con gli appunti, rifiutandomi di controllare dalla finestra della camera se la lepre fosse ancora nel prato, e corsi di sotto.

Ci trovammo nel salotto. Lo avevo scelto perché era l’ambiente più confortevole della casa, l’unico che sembrasse appartenere a questo secolo, cucina a parte. Nisa si rannicchiò subito sulla vecchia poltrona bergère; ovunque, con istinto felino, trovava sempre i punti più comodi. Stevie e io ci sedemmo sul divano. Amanda occupò una delle altre poltrone, un’espressione scontenta dipinta in volto. Evidentemente, in quanto protagonista si aspettava il posto migliore.

“Sembra comoda!” Rivolse a Nisa un sorriso smagliante quanto falso.

Nisa ricambiò. “Lo è!”

Avevano tutti una copia cartacea del copione, Amanda aveva stampato la sua qualche settimana prima. In seguito le avevo comunicato alcuni tagli alle sue battute via e-mail, ma sosteneva di non averli ricevuti.

La mattinata limpida aveva lasciato il posto a un tempo instabile. Il vento agitava gli alberi. Il cielo azzurro si era scurito, pioveva e i vetri sembravano striati di inchiostro annacquato. Il freddo filtrava dalle finestre, dandomi l’impressione di indossare vestiti umidi invece di un maglione con sotto una camicia di flanella. Amanda fece foto a tutti, a una sorridente Nisa e a Stevie, che si fingeva serio.

Io invece non fingevo: ero ansiosa di cominciare. Stevie aveva cercato di accendere il fuoco nel camino, sebbene mi fossi opposta.

“Ainsley ha detto di non farlo.”

“Ainsley ha detto che preferisce che non l’accendiamo”, mi aveva corretto Nisa. “Fallo, Stevie. Qua si gela.”

Non potevo negarlo. Ma i ceppi di betulla, che all’inizio avevano scoppiettato allegramente, si erano spenti presto. La legna, come avvilita, bruciava senza produrre fiamma.

“Ha aperto la valvola di tiraggio?” Melissa emerse dal corridoio, arricciando il naso per il fumo. Indossò un guanto ignifugo e infilò la mano nel camino. “Ecco, ora è aperta. Solo che non tira bene. Dovete…”

Prima che finisse la frase apparve sulla soglia Tru, che si stava infilando il giaccone. “Vado via. Vieni, a meno che tu non voglia andare a piedi.”

Diede un’occhiata al camino, poi a me, con evidente disprezzo. Ricambiai, fissandolo tutt’altro che intimidita. “Grazie di prepararci da mangiare.”

“Mi pagate.”

“Guardi, mi dispiace per la tovaglia”, aggiunsi. “Sarò lieta di…”

Ignorandomi, Tru rivolse uno sguardo perentorio a Melissa e uscì di buon passo. “Non vi preoccupate per la tovaglia”, disse lei quando il marito fu abbastanza lontano da non sentire.

“È riuscita a togliere la macchia?” domandò Stevie.

“No, e non verrà mai via. Gliel’ho detto, la bruceremo. Cercherò di venire più tardi a controllare, in frigo ci sono delle lasagne e abbastanza avanzi per domani, se non riusciamo a passare di nuovo.”

Amanda alzò un sopracciglio. “Ciclone da nord-est”, spiegò Melissa. “Stasera potrebbe arrivare una tempesta. Devo andare, scusate.”

Si affrettò a uscire, mentre noi ci guardavamo in faccia. “E meno male che questo posto non è affatto inquietante”, commentò Nisa con una risata.

“Credo che lui la picchi”, disse Stevie. Era seduto accanto a me sul divano, in una posizione scomoda cui era costretto dallo spazio ridotto.



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